Dopo la pubblicazione dell’Accordo Europeo sullo stress da lavoro, le parti sociali europee hanno sottoscritto un accordo sulle violenze “Framework agreement on harassment and violence at work”, nell’aprile 2007. Mentre l’accordo sullo stress ha avuto risonanza poiché è stato incluso nel Decreto 81/’08, del secondo sulle violenze non si sa nulla o quasi.

Nel 2010 l’Agenzia Europea per la sicurezza e salute sul lavoro (European Agency for Safety and Health at Work) ha pubblicato un eccellente documento sulla violenza e le molestie, dal titolo “Workplace Violence and Harassment: a European Picture”; in quel documento non ci si limita a dare alcuni numeri circa i fenomeni delle violenze e delle molestie, ma ci si spinge a indicare delle azioni molto concrete per le aziende e per gli Stati, al fine di prevenirli. Si trovano quindi le migliori pratiche suggerite dall’ILO, dalla WHO e da altri enti.

In un’inchiesta europea riportata nello studio, risulta che l’interesse più basso verso questi temi è stato riscontrato in Italia, Ungheria, Estonia.

Sarà forse per questo che la crescente sensibilità che a livello europeo si riscontra verso questi temi non ha la stessa eco presso di noi. Siamo ancora a discutere se sia una cosa utile la gestione dello stress da lavoro (e probabilmente non la è per nulla nel modo in cui viene fatta da molti: l’ottemperanza al livello minimo, le crocette sulla griglia Inail, non producono alcun valore aggiunto su questo terreno se non sono sostenute da una cultura adeguata); e per quanto riguarda le violenze, il mobbing, le minacce ignoriamo le migliori prassi e non ci preoccupiamo di divulgarle.