Sicurezza, formazione e altre vicissitudini

Racconti autobiografici di un consulente

 

 

 

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Una serie di racconti che in modo leggero, a tratti divertente e autoironico, parlano di sicurezza, formazione e altri temi professionali (E-book)

 

Breve descrizione del volume

Questo libro propone temi di interesse professionale per chi si occupa di sicurezza e salute sul lavoro, attraverso racconti autobiografici.

Non si tratta di una biografia ordinata e sistematica, ma di un accostamento di suggestioni in disordine, che delineano un itinerario attraverso gli ambiti della consulenza e della formazione.

Il percorso che i racconti tracciano nel loro insieme parte dall’ergonomia cognitiva, prosegue su aspetti che riguardano cultura, identità e significati, poi affronta l’ambito della formazione, la costruzione di affidabilità e sicurezza, il contributo umano alla sicurezza, per chiudere esplorando alcuni aspetti riguardanti violenze e aspetti sociali.

L’autore presenta episodi o periodi della propria vita in modo spesso leggero e a tratti divertente e autoironico, mettendoli in relazione con significati più profondi.

Il libro ha quindi diversi livelli di lettura. Qualche lettore potrebbe desiderare di fermarsi al livello della lettura di racconti non molto impegnativi, senza coinvolgersi molto nelle parti di approfondimento tecnico.

Altri potrebbero preferire un livello più approfondito di lettura, dove si possono cogliere contenuti piuttosto complessi, sebbene forniti in modo divulgativo.

Per facilitare questa seconda categoria di lettori, al termine delle diverse parti del libro è presente la possibilità di un questionario per verificare quali siano stati gli apprendimenti, o per stimolare qualche riflessione.

Il libro si rivolge a consulenti e formatori nel campo della sicurezza e salute sul lavoro.

In questa pagina si trovano altre informazioni sul volume, quali la raffigurazione del percorso degli argomenti, l’indice.

 

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Indice del volume

Premessa (di Francesco Santi, Presidente AIAS)

Introduzione

Attenzione

I – Carico mentale e progettazione

Non mi chiamo Claudio

Una noia mortale

Tutta colpa di Caterina Caselli

Melanie Klein e i Rolling Stones

Dicevamo? Ah già: una progettazione ergonomica

Ascolto terapeutico

II – Culture, identità e significati

Qui non facciamo mica cioccolatini

Diverse identità nella stessa organizzazione

Un vampiro geometra

L’identità professionale in cambiamento

III – La formazione, i gruppi

Intanto, a Cogoleto…

Trent’anni di formazione

Chiavi di lettura complesse, risposte semplici

Coaching e dialoghi di sicurezza

I dati e l’intelligenza

Il giorno in cui la Luna rimase nella sua orbita

IV – Costruire affidabilità e sicurezza

Come ho battuto il record di Bob Beamon

L’analisi degli incidenti

Attenti a quell’ascia

Pensiero e standard

Una multa meritata

Complessità

Resilienza

Creatività e capacità di innovazione

Le fatiche di Ercole

La biella e la bestia

V – Comportamenti e sicurezza

Il gatto e la mosca

L’incertezza residua

Fra gli alieni

Un gesto folle

Sicurezza: imparare a cucinare

Conflitti e loro gestione

Interdipendenza e sinergia

VI – Aspetti relazionali e sociali

Categorie morali soggettive

Il presente e il futuro a diciott’anni

Servizio civile

Terrorismo

Fuori dal museo di Picasso

 

Questionario finale

Dall’introduzione

Ci sono due modi per raccontare le storie: secondo l’ordine cronologico, oppure in modo disordinato. Una volta la tendenza prevalente era la prima: le storie iniziavano, proseguivano, si concludevano. Con l’eccezione di Ritorno al futuro e pochi altri casi.
Sempre più spesso invece la tendenza è quella di raccontarle in ordine casuale; talvolta il racconto inizia anni dopo la fine della storia principale, per poi passare improvvisamente a vent’anni prima del suo inizio, poi proseguire con frequenti salti temporali, per consentire allo spettatore o al lettore di scoprire i collegamenti e ricostruire il senso complessivo.
A me sembra una pratica tanto dilagante quanto incivile.
Sicuramente nell’intenzione degli autori è presente la volontà di fornire una tensione cognitiva maggiore, in un graduale e non scontato ricomporsi del quadro.
Oggi la storia dei Promessi sposi verrebbe raccontata iniziando da Lucia che accompagna a scuola i figli che ha avuto con Renzo, per poi passare a quando decenni prima Don Rodrigo era un bambino viziato, e poi saltare qua e là. Non che manchino nel romanzo dei salti all’indietro, si pensi alla storia di Fra’ Cristoforo o a qualche riferimento al passato della Monaca di Monza, ma restano delle parentesi in un flusso complessivo piuttosto ordinato.
Di fronte a un film o a un libro raccontati in modo disordinato faccio una certa fatica a seguire. C’è un carico mentale eccessivo. Preferivo le storie che iniziavano all’inizio e terminavano alla fine: si otteneva lo stesso risultato con minor fatica mentale.
Nel seguito del volume ci sono episodi raccontati in ordine non cronologico, per uniformarmi a questo standard dei nostri tempi e vedere che effetto fa.
Credo che sia più semplice produrre scritti autobiografici se si è un grande condottiero, un artista, uno sportivo famoso, o almeno un criminale. Se non si ha niente da raccontare è un po’ più difficile.
Non c’è un grande fascino nel graduale cambiamento da quando ero un insignificante ragazzo che viveva a Cogoleto, ridente località della riviera del ponente ligure, a ora che mi sto avviando a diventare un vecchio rincoglionito, lombardo di adozione. Di certo non è all’altezza della “metamorfosi” kafkiana.
Ecco perché fra le parti in cui si coglie il quadro di una storia complessiva, si trovano riferimenti ad altri temi.
Il libro propone un percorso logico che spazia su diversi aspetti dei quali mi occupo professionalmente (si veda l’immagine in questa pagina).

Per quei pochi che arrivati fino a questo punto non hanno ancora richiuso il libro scuotendo la testa, mi affretto a chiarire che la trattazione non sarà di tipo scientifico.
Una delle funzioni di questo libro è quella di consentirmi di espiare il senso di colpa per avere scritto libri pallosissimi fino a ora, molto seri e sistematici – o almeno così mi piace pensarli, spero di non essere l’unico – che altre persone hanno avuto la sfortuna di leggere o addirittura hanno dovuto studiare per qualche esame. Ho un debito con l’umanità.
Il libro ha diversi livelli di lettura.
Qualcuno potrebbe desiderare di fermarsi ad un primo livello, che è quello della lettura di racconti non molto impegnativi, senza coinvolgersi molto nelle parti di approfondimento tecnico. Vi sono parti del libro che si prestano meglio a questo livello di lettura e altre meno.
A un livello più approfondito si possono cogliere contenuti piuttosto complessi, sebbene forniti in modo divulgativo e non troppo tecnico; qualche lettore potrebbe desiderare di soffermarsi maggiormente su questi spunti di riflessione.
Per facilitare questa seconda categoria di lettori, al termine delle diverse parti del libro è presente la possibilità di un questionario per verificare quali siano stati gli apprendimenti (ma non verrà rilasciato alcun attestato…)
Vi sono probabilmente chiavi di lettura ancor più profonde, ma scoraggio chiunque a inoltrarsi per quella strada; l’autore informa che l’utilizzo del libro si esaurisce con i due livelli sopra menzionati, per il resto declina ogni responsabilità. Per contenuti più profondi posso suggerire Immanuel Kant o Umberto Eco ad esempio.

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