Ogni azienda si trova a fare i conti con la valutazione del rischio stress. Questa valutazione deve avvalersi di una parte che consenta di apprezzare nel modo più oggettivo possibile gli indicatori collegati allo stress; la Commissione Consultiva Permanente ha parlato in tal senso di analisi degli eventi sentinella, nella parte cosiddetta “preliminare” e quindi obbligatoria ovunque.

Tale analisi rimane ad oggi per molte persone la parte più misteriosa di tutta la valutazione del rischio stress; non tutti hanno capito in che modo va fatta e quali collegamenti esistono fra i diversi fenomeni di cui si raccolgono i dati. La griglia proposta dall’INAIL (non cogente), peraltro, è uno strumento con evidenti limiti, ma in pochi si sentono di andare oltre o di fare analisi più utili.

Superare una visione solo formale della valutazione del rischio stress significa anche comprendere e dare senso all’analisi degli eventi sentinella.

Del resto, se opportunamente raccolti e analizzati, attraverso di essi ci si avvicina a constatare i danni che lo stress provoca all’azienda attraverso sue diverse manifestazioni; dovrebbe quindi essere, dal punto di vista manageriale, una delle parti più interessanti, poiché consente di impostare un monitoraggio dell’efficacia degli interventi nel medio termine, e un calcolo del ritorno sull’investimento.

Vi sono alcuni indicatori più studiati (come il tasso di rotazione del personale, o l’assenteismo per malattia, oppure ancora gli infortuni) ed altri sui quali non vi sono molte esperienze né letteratura.

Ecco 5 punti fondamentali per l’analisi degli eventi sentinella:

  • identifica un certo numero di indicatori pertinenti all’azienda, non necessariamente quelli della griglia INAIL; quelli che sono più interessanti in quel contesto, e disponibili;
  • non escludere di introdurre alcuni indicatori collegati alla produttività o alla qualità; lo stress ha effetti anche su queste dimensioni, occorre solo trovare indicatori ben collegati al tema dello stress; questo aiuta peraltro a considerare lo stress nella sua dimensione complessiva, e non solo nella riduttiva ottica “igienico-sanitaria” che tale tema ha assunto nel nostro Paese;
  • tieni conto che, come indicato in alcuni documenti europei, è bene distinguere fra indicatori degli impatti dello stress (ad es. infortuni), da indicatori di cause dello stress (ad es. ore di straordinario); non ha senso sommare dimensioni fra di loro diverse, come ad esempio i gradi di temperatura in una stanza espressa in gradi centigradi con la lunghezza della finestra espressa in centimetri;
  • calcola indici separati per gruppi omogenei, e crea dei gruppi anche per le differenze di genere e di età, o altri significativi, in modo trasversale alle unità organizzative;
  • imposta una raccolta dati per il futuro in modo che le successive revisioni della valutazione del rischio stress avvengano su eventi sentinella di qualità migliore e raccolti in modo meno faticoso.

Sugli eventi sentinella è bene vederci chiaro, per evitare di sprecare un’occasione che può fare la differenza fra una valutazione del rischio fatta solo per l’ottemperanza e  una fatta con un alto valore aggiunto per l’azienda e per le persone che vi lavorano.